Triplendemia: l’allarme dopo la pandemia
Triplendemia: l’allarme dopo la pandemia arriva da tre fronti
Tra contagi, tamponi e indice di ospedalizzazione, negli ultimi due anni l’informazione sanitaria e la nostra attenzione sono state monopolizzate dal SARS-CoV-2, ma adesso è tempo di aggiornare il nostro vocabolario. Benvenuti nella stagione della triplendemia: l’allarme dopo la pandemia arriva da tre fronti.
Allarme triplendemia, ma cos’è?
Quali saranno le mode della prossima stagione in fatto di malanni?
Per chi è stufo del covid, quest’anno c’è l’imbarazzo della scelta e per orientarsi, basta seguire le giuste influenze: SARS-CoV2, RSV (virus respiratorio sinciziale), e influenza di tipo A e B.
Sembra essere allarme triplendemia. La novità arriva da oltreoceano, ma si sa, in questi casi il contagio è veloce, e si candida a diffondersi rapidamente anche in Italia.
La contemporanea circolazione di più patogeni responsabili d’infezioni respiratorie non è una novità, in effetti. L’eccezionalità, tale da giustificare un neologismo, è anche in questo caso una conseguenza indiretta della pandemia di COVID-19.
Triplendemia, i tre fattori scatenanti
Chi non si ricorda le doppie mascherine e l’uso, quasi compulsivo, del gel disinfettante, o le debite distanze sociali?
Tutte le misure di contrasto al più recente coronavirus, tutte quelle misure a cui vorremmo pensare come a un brutto sogno, ci hanno in effetti aiutato a rimanere in salute, proteggendoci da molti agenti patogeni.
In pratica le nostre accortezze nel prevenire il covid hanno contrastato l’epidemia stagionale d’influenza e il diffondersi del, meno famoso ma sempre pericoloso RSV, un virus che solo in Italia conta 3000 morti l’anno, su 20.000 ricoveri, secondo le stime dell’ISS.
Adesso che abbiamo preso le distanze dal distanziamento sociale, che i gel più venduti non sono più quelli disinfettanti e che abbiamo smascherato il fastidio delle mascherine, Covid, influenza e RSV hanno ripreso a circolare in maniera significativa.

Triplendemia, i numeri di un emergenza sanitaria
Davanti a un’emergenza che minaccia di avere numeri importanti, bisogna fare rete. L’ISS ha di fatti avviato una progetto di monitoraggio dell’influenza che si avvale dell’ausilio di medici di medicina generale e pediatri di libera scelta ‘sentinella’ attivi nel territorio italiano, eccezion fatta per Campania, Calabria, Veneto, Sardegna e provincia autonoma di Bolzano.
Se la sorveglianza virologica conferma le ipotesi americane, anche in Italia è in corso una triplendemia, la sorveglianza epidemiologica da contezza dei numeri del fenomeno, che sono allarmanti.
Il rapporto settimanale dell’influnet
Durante la quarantaquattresima settimana del 2022, 838 medici sentinella hanno inviato dati circa la frequenza di sindromi simil-influenzali tra i propri assistiti. Il valore dell’incidenza totale è pari a 4,85 casi per mille assistiti:
- Nella fascia di età 0-4 anni l’incidenza è pari a 15,12 casi per mille assistiti
- nella fascia di età 5-14 anni a 5,96 nella fascia 15-64 anni a 4,30
- tra gli individui di età pari o superiore a 65 anni a 2,96 casi per mille assistiti.

Nella quarantaquattresima settimana del 2022 la curva epidemica delle sindromi simil-influenzali mostra valori sopra la soglia epidemica e superiori a quelli registrati nelle ultime stagioni, facendo registrare un aumento di 286.000 casi.
Triplendemia: qual è il vaccino più adatto?
Le sottovarianti di Omicron, super contagiose ed elusive al vaccino, i mancati richiami vaccinali, adeguati alla propria condizione e alla propria fascia d’età, stanno di fatto riducendo la nostra risposta immunitaria ai virus respiratori. Con buona pace di chi pensa che l’immunità di gregge sia una conquista certa, assodata e incontrovertibile, a quanto pare è ancora necessario vaccinarsi, oggi più che ieri, affinché le stime non si concretizzino.
Al netto della mancanza di un vaccino specifico contro l’RSV, resta l’annosa domanda? Vaccino covid o vaccino anti-influenzale?
La soluzione però è più ovvia del previsto e viene avallata dall’OMS: sarebbe opportuno inocularsi entrambi i tipi di vaccini.
“Con l’arrivo dell’autunno e inverno, è prevedibile anche la recrudescenza dell’influenza. Alla luce di ciò, riconfermiamo la necessità di proteggere la salute delle persone, in particolare dei più vulnerabili, utilizzando tutti gli strumenti disponibili, compresa la vaccinazione”.
Una soluzione che, però, mena a un’ulteriore e non scontata domanda circa le tempistiche della doppia inoculazione.
Essendo la reazione al vaccino del tutto personale e potendo causare febbre e dolori alle ossa e sintomi simil influenzali, è consigliato differire la somministrazione dei due sieri di qualche giorno, in modo da non sentirsi troppo fiacchi successivamente.
Triplendemia, perchè i bambini stavolta non saranno immuni
Il covid ha risparmiato i più piccoli: contagi relativamente bassi se confrontati con i numeri della popolazione adulta; sintomi lievi o assenti. La triplendemia però potrebbe non essere così benevola con i nostri bimbi e, anche in questo caso, il motivo è conseguenza della nostra gestione della pandemia.
Il vaccino covid non è mai stato obbligatorio per gli under 12 e mai stato disponibile per i bambini under 5. Risulta così evidente come la protezione della popolazione in età pediatrica ai patogeni di stagione sia minore anche per via delle molte opportunità sociali e la poca attenzione.
A dover intervenire sono i genitori che, a oggi, sembrano aver sottovalutato l’efficacia del vaccino, nonostante solo grazie al siero si sia potuti tornare alla routine prepandemica.
Il consiglio degli esperti è il medesimo: vaccinare, vaccinare e ancora vaccinare. E se il siero anti-covid è ancora eluso da alcune categorie, il vaccino anti-influenzale è disponibile per tutti i bambini a partire dai 6 mesi di vita.
Pediatri sempre in prima linea anche per la Triplendemia
Se in sede divulgativa si danno consigli e informazioni, la prescrizione e la valutazione del siero più adatto è sempre compito del medico e del pediatra.
Quando la campagna vaccinale deve essere notevole, anche gli strumenti per promuoverla devono essere adeguati. In risposta all’eccezionale affluenza negli ambulatori medici ci sono sistemi di prescrizione e d’invio ricette che permettono ai pazienti di non recarsi in studio.
Con i gestionali medici di ultima generazione, integrati con app native, come nel caso di neoPed e Medicami il sistema d’invio e ricezione della ricetta è facile e immediato. Al pediatra basterà compilare la ricetta dal suo pc, anche comodamente da casa, e premere invia e il paziente la potrà scaricare direttamente dal proprio cellulare.
Perchè sì, in piena triplendemia si rischia di ammalarsi proprio andando dal medico con l’intenzione di prevenire il malanno.
Triplendemia, quali i sintomi?
E se i sintomi influenzali non sono mai piacevoli, a maggior ragione in casa di triplendemia è bene scansarli.
La triplendemia non ha sintomi propri, ma comprende quelli dei tre virus che la compongono. La paura in questo caso è la manifestazione di una sintomatologia importante e che possa, sfortunatamente, aumentare il rischio delle ospedalizzazioni, soprattutto tra i bambini, che potrebbero accusare febbre, tosse, mal di gola, brividi, mal di stomaco, vomito e diarrea.
La fortuna è che per contrastare la triplendemia si hanno già gli strumenti adeguati e facili da reperire.
Pronti a rispolverare mascherine e gel disinfettante?